sabato 20 febbraio 2016

Il romanzo di Excalibur - Bernard Cornwell

La vita di Derfel, amico di Artù, che ricorda con passione gli anni delle giovanili battaglie.
Una Britannia oscura, immersa nella magia strana di Merlino e dei suoi seguaci, con la febbre del cristianesimo che travolge i vecchi dèi e i vecchi valori.
Un Artù come non l’avevo mai letto. Una storia appassionante, ma senza quel non-so-che che avevo trovato in Le Nebbie di Avalon della Zimmer-Bradley (che dovrò rileggere...).

Wiki:
Citazioni
-La magia- mi disse [Nimue] –si manifesta nei momenti in cui la vita degli uomini e quella degli dei si toccano, ma quei momenti non dipendono dagli uomini.

-Quando io guardo un fiume- aveva detto [Nimue] –vedo la dimora degli spiriti dell’acqua; quando la guarda Lunette, vede un posto dove risciacquare i panni.

Artù era una persona di cui ci si fidava a prima vista. Per questo piaceva sempre alle donne: non per la sua bellezza, perché i suoi lineamenti non erano niente di eccezionale, ma perché guardava la gente con sincero interesse e con grande benevolenza.

Artù voleva la pace, ed è raro che la pace nasca dalla vendetta.

Perciò, cerca di farla felice, altrimenti ti renderà la vita impossibile.

-Il destino è inesorabile; la vita è una beffa degli dei, e la giustizia non esiste- diceva sempre Merlino.

-Tu non sei felice- osservò la mia amica d’infanzia.
-Oh, no, sto benissimo- replicai, perché come tutti i giovani, non volevo ammettere i miei errori.

La tragedia le donava: lei lo sapeva e la cercava.

Hai visto quello che fa? Butta giù l’antico! E lo sai perché lo fa? Per poterci imporre meglio le sue sciocche superstizioni. Perché non lascia stare gli antichi dei? A noi non importa se qualche sciocco vuole adorare un falegname, e a lui non dovrebbe importare chi adoriamo noi. Più dei ci sono, meglio è. Perché offendere gli dei degli altri per far sembrare più bello il tuo? Non ha senso.

Iside è una dea delle donne e il suo simbolo è il trono. È un uomo a sedersi sul trono di un regno, ma è Iside a stabilire quale uomo. Per questo la venero.

In questo piccolo castello, caro amico, è raccolta la saggezza del nostro mondo, strappata alla rovina del tempo antico e conservata per i posteri.

Ha cuore di guerriero e animo di poeta: una mistura molto infiammabile, purtroppo.

I bardi cantano amori, celebrano massacri, glorificano sovrani, adulano regine; ma io, se fossi un poeta, esalterei l’amicizia.

Una delle cose che non sopporto, nei cristiani, è la loro ammirazione per la mansuetudine! Riesci a pensare a un paradiso pieno solo di mansueti? Che ide orribile. Il cibo si fredda mentre ognuno passa agli altri il piatto. La mansuetudine non vale niente, Derfel. Collera ed egoismo, ecco le qualità che mandano avanti il mondo.

Si era messa una veste pulita, una veste da schiava di comune stoffa marrone nella quale però faceva una magnifica figura, come sempre accade per le cose semplici.

Ci sono occasioni, immagino, in cui l’amore va al passo con la vita, o forse in cui gli dei vogliono che siamo spensierati, e niente è più dolce della spensieratezza della Lughnasa.

Un re vale il più povero dei suoi sudditi.

L’amavo, non come credevo di amare Cewyn, ma come un uomo può amare una bella creatura selvaggia, un’aquila o una gatta selvatica, perché non avrei mai capito la sua vita o i suoi sogni e lo sapevo.

Avevo visto la magia all’opera, ma l’avevo anche vista fallire. La magia era difficile, però ci credevo.

-Gli dèi odiano l’ordine- mi spiegò [Merlino], con una smorfia di disgusto. –L’ordine, Derfel, distrugge gli déi, ed è per questo che loro devono distruggere l’ordine-.

Era strano come la Chiesa predicasse sempre le gioie della povertà ma preferisse tenere per sé le proprie ricchezze.

Ma quando c’è l’ordine non hai bisogno degli déi. Quando tutto è ben ordinato e disciplinato, non c’è nulla di inatteso. Se capisci tutto, non rimane spazio per la magia. Solo quando sei atterrito, in preda ai dubbi e immerso nel dubbio, solo allora fai appello agli déi, ed essi amano essere chiamati. Li fa sentire potenti, ed è per questo che vogliono farci vivere nel caos.

La vita è per chi si prende ciò che desidera, non per la sottomissione.

-Ero innamorato di te- confessai. –Ero un cane che piagnucolava guardando una stella-.

Odio tutti questi rancori che nascono dalla religione.

Era davvero felice; ma lui era sempre smodatamente lieto per i banali fatti della vita. Desiderava ardentemente una robusta famiglia in una casa ben costruita e circondata da messi ben curate.

Artù ha quella ridicola caratteristica chiamata senso di colpa. In questo è un vero cristiano. Riesci a capire una religione che ti induce a sentirti colpevole? Che assurdità!

Penso che se fossi cristiano sarei pelagiano. Credo negli uomini, sai? Forse più che in qualsiasi dio.

Artù era religioso, a modo suo, ma non riusciva a comprendere i fanatismi. Nella religione, il mio signore amava la misura e il decoro.

Odio ogni tipo di fanatismo: spoglia uomini e donne della loro ragione.

Dei poeti non c’è mai stato da fidarsi.

Dev’essere ben strano un Dio che chiede simili assurdità alle persone.

- Pensa a tutto quello che abbiamo fatto, Derfel, a tutte le strade e i tribunali e i ponti, alle liti che abbiamo risolto e alla prosperità che abbiamo creato, e tutto questo è stato cancellato dalla religione! La religione!- Sputò in terra.

-Che cos’è a rendere tanto felice te e Ceinwyn?- mi domandò. (…)
-L’amicizia- risposi.
-Solo quello?- chiese aggrottando la fronte.
(…)
Infine ammisi: -Sento ancora un tuffo al cuore quando la guardo-.
-È proprio così, vero?- annuì con entusiasmo. –Un tuffo al cuore! E poi il cuore accelera i battiti.-
-L’amore.- commentai conciso.
-Siamo fortunati noi due- affermò Artù sorridendo. –È amicizia, è amore, ed è anche qualcosa di più. È quello che gli irlandesi chiamano anmchara, un’anima amica. Con chi altro potresti chiacchierare alla fine della giornata?-

Alcuni si ubriacano prima di combattere, ma chi combatte con la mente lucida vive di più.

I Tesori della Britannia: il Cestodi Garanir, il Corno di Bran Galed, il Cocchio di Modron, l Cavezza di Eiddyn, il Coltello di Luffrodded, la Pietra di Tudwal, la Giubba di Padarn, il Piatto di Rhygenydd, l’Anello di Eluned, il Calderone di Lyddno Eiddyn, la Spada di Rhydeerch (Excalibur)

Artù non è uomo da amori di un’ora. Non può stare con una donna e poi andarsene e non rivederla mai più. Non capisce la differenza tra desiderio e affetto.

Ho sempre rimpianto di non conoscere il latino.

La odio e la amo nello stesso tempo, e tu forse mi chiederai come possa succedere; non lo so, ma sento che è così, e ci soffro [da Catullo]

Tutto era importante, perché tutto rischiava di finire.

Del resto, come pensi di poter affascinare un pubblico, se la sola cosa che gli dai è l’eleganza del ritmo? Devi raggelargli il sangue, devi farlo piangere e ridere a tuo comando!

Non sta bene che una principessa si faccia vedere in collera da tutti. Devi essere misteriosa, mia cara, e non far capire agli uomini quello che pensi. Il nostro potere sta nelle tenebre, ma alla luce del sole gli uomini sono più forti di noi.

L’uomo dovrebbe amare la pace, ma se non riesce a combattere con tutto il suo cuore, allora non avrà la pace.

Non avevo mai provato simpatia per Ginevra: era una donna troppo arrogante, troppo testarda, troppo intelligente e troppo beffarda per costituire una piacevole compagnia.

La vita non ha mai conclusioni chiare e nette, ma le storie devono averle.

Le storie delle battaglie diventano noiose dopo un poco, mentre una storia d’amore rende tutto molto più interessante.

Il trucco per una vita di successo è semplice: nascere da genitori ricchi.

È sempre meglio non conoscere il futuro. Tutto finisce in lacrime, non serve sapere altro.

Ma per fare bene qualsiasi cosa, Derfel, occorre l’intera vita.

Lei è una donna. Le donne ottengono sempre ciò che vogliono, e se per ottenerlo devono rovinare il mondo e tutto  ciò che il mondo contiene, così sia.

-Sai dove vai?- gli gridai dietro.
-Lo saprò quando sarò arrivato- mi rispose e scomparve.


La battaglia non si vince con sensibilità e moderazione, ma con un divino impeto di ululante follia.

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