martedì 17 novembre 2015

Fosca e i Racconti Fantastici - Igino Ugo Tarchetti

Un caro amico mi ha consigliato di leggere Tarchetti, un autore che non conoscevo se non come un nome perso nei ricordi universitari.
Mi sono trovato tra le mani una strana opera, frutto di un movimento letterario e di un'epoca che poco ho frequentato. Così ho subito scritto all'amico in questione questa mail, che ben riassume i miei pensieri:

Ciao Emilio,
ho terminato Fosca! Primo pensiero? Ma perché Giorgio non le ha dato due colpi secchi per farla contenta? Caspita come sono cambiati i costumi in quasi due secoli!
Lei che si strugge d'amore per un uomo. Baciare i fiori che lui ha toccato, avere gli stessi pensieri...
All'opposto Clara sembra così spensierata e semplice. Ama e si diverte con lui, fin quando "cresce" e prende consapevolezza dei suoi impegni di madre e moglie.

E il poverino? non sa decidersi e si fa travolgere dagli eventi.
Uno stile di scrittura che leggo con un po' di fatica a dire il vero. Ne sento la distanza. Lo definisco "pieno" per tutte le parole e le frasi scritte per definire un'unica situazione o un unico sentimento.
Non mi è dispiaciuto, anzi, però non mi ha nemmeno appassionato.
Ho trovato stupende le parti in cui Giorgio tenta di non scivolare nelle confidenze di Fosca, per non farsi coinvolgere dalla sua follia!


Ho trovato i Racconti fantastici un po' ingenui, ma credo che in realtà sia la distanza che mi separa da quell'epoca a farmeli trovare tali. Adoro l'occhiolino strizzato al lettore in più di un'occasione. Divertente L'Osso di un morto.
Si sente alla base di tutti l'influenza di Poe.

Adesso di questo amico vorrei proprio leggere la Tesi, scritta proprio sul nostro Tarchetti.

Wiki

FOSCA
Temo immiserire il valore e l’aspetto delle mie passioni, tentando di manifestarle; temo obliarle tacendole.

Dimenticare! È uccidersi, è rinunciare a quell’unico bene che possediamo realmente e impreteribimente, al passato.

Gettare nel fango della pubblicità il segreto dei miei dolori, sacrificarlo alle vuote soddisfazioni della fama sarebbe stata debolezza indegna del mio passato. Io scrivo ora per me medesimo.

Più che l’analisi d’un affetto, più che il racconto di una passione d’amore, io faccio forse qui la diagnosi di una malattia. Quell’amore io non l’ho sentito, l’ho subito.

Non mi importava di essere da più o da meno degli altri uomini, mi bastava di esserne diverso.

Chi ha vissuto un tempo nelle grandi città non può adattarsi alla vita nei villaggi.

È nelle leggi della Provvidenza che l’unione dell’uomo e della donna debba essere passeggera.

Il matrimonio è l’unione di due creature che si tollerano, e si amano qualche volta di amicizia, mai l’unione di due anime che si amano perennemente d’amore.

- Non vi è che un mezzo comune, facile, sicuro di essere felici.
- Quale?
- Amare.

Le pianure della Lombardia sono serene come il suo cielo, liete e fiorenti come le sue donne; quel cielo è fatto a posta per quelle campagne, non sta bene che lì, con un altro suolo non armonizzerebbe.

Non so se la felicità abbia potere di renderci egoisti, o se l’egoismo sia una condizione assoluta della felicità.

Diffido dell’amore, giacché più egli è profondo, e più è mostruosamente egoista. L’amore è la fusione e la conciliazione di due egoismi che si soddisfano a vicenda.

Quando si è felici, si amano i piccoli dolori o le piccole contrarietà – forse per ombreggiare meglio le nostre gioie, e per darvi un risalto maggiore.

Le donne, ancorché non cessino di essere cortesi coi buoni e coi miti, cedono sempre di preferenza agli uomini audaci, prepotenti, pronti all’offesa, disprezzatori degli altri, vanagloriosi di sé; in una parola. Ai peggiori degli uomini.

L’amore il più elevato non ha altro fine che quello che ha l’amore più ignobile, se non che questo vuol andarvi direttamente, quello per vie illusorie ed oblique.

La parola – questa pittura del pensiero (…)

Dov’è che gli uomini si trovano meglio riuniti che a tavola?

Vi è un beneficio grandissimo che ogni uomo è in grado di rendere ad un altro, e che è tuttavia quello che vien reso più raramente, l’astenersi dal dirne male.

Io son caduta con facilità ma devo rialzarmi con coraggio

I FATALI
Gli uomini hanno adottato un sistema facile e logico in fatto di convenzioni; ammettono ciò che vedono, negano ciò che non vedono; ma questo sistema non ha impedito finora che essi abbiano dovuto ammettere più tardi non poche verità che avevano prima negate.

Insaziabilità che hanno i fanciulli di ascoltare i racconti spaventevoli dei maghi e delle fate.

Le altre arti parlano ai sensi. La letteratura alle idee.

La spiritualità della materia [riferito all’arte]

UNO SPIRITO IN UN LAMPONE
Come tutti i meridionali aveva la passione della caccia, dei cavalli e dell’amore – tre passioni che spesso sembrano camminare di conserva come tre buoni puledri di posta.

La sapienza non è uno dei requisiti indispensabile alla felicità – anzi parci l’opposto.

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