lunedì 22 giugno 2015

I quarantanove racconti - Ernest Hemingway

Non è la prima volta che mi capita tra le mani Hemingway. Purtroppo non lo apprezzo molto. Rimango sempre perplesso sul perché.
Al termine di ognuno dei quarantanove racconti, mi sono chiesto quale sia stata l'idea, l'emozione o l'impressione che l'autore voleva comunicare. Mi dispiace ma non mi arriva.
Alcuni brani sono di una spettacolare cristallina bellezza, ma rimangono dei punti luminosi in un cielo che per me resta oscuro.
Ci riproverò, comunque.



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Citazioni:

LA BREVE VITA FELICE DI FRANCIS MACOMBER
- (le donne, ndr) Sono, pensava, le più dure della terra; le più dure, le più crudeli e le più affascinanti, e i loro uomini sono dei rammolliti, o hanno perso il controllo dei nervi, mentre loro si sono indurite.

- La paura era sempre lì come una grotta gelida e sdrucciolevole in tutta la sua vacuità, lì dove una volta c'era la fiducia in sé stesso, e gli faceva venire il voltastomaco.

- Non c'era nessuno a cui dire che aveva paura, nessuno che avesse paura insieme a lui.

- Macomber non aveva pensato a come si sentisse il leone, quando era sceso dalla macchina.

- Già altre volte sua moglie aveva chiuso con lui, ma la cosa non era mai durata. Macomber era ricchissimo, e sarebbe diventato ancora più ricco, e sapeva che sua moglie ora mai non lo avrebbe più lasciato.

- Lui poi aveva sempre avuto una gran tolleranza, che sembrava il suo lato più simpatico, se non fosse stato il più sinistro.

- La loro unione poggiava su solide basi. Margot era troppo bella perché Macomber divorziasse da lei e Macomber aveva troppi soldi perchè Margot si decidesse a lasciarlo.


LE NEVI DEL KILIMANGIARO
- Ora non avrebbe mai più scritto le cose che aveva rimandato a quando avesse avuto l'esperienza sufficiente per scriverle bene. Ecco, così non avrebbe nemmeno corso il rischio di fallire nel tentativo. Forse non saresti stato mai capace di scriverle, ed era per questo che le rimandavi e non ti decidevi a cominciare. Be', ormai non l'avresti più saputo.

- E ricadde nella solit bugia con cui si guadagnava il pane.

- Non era tanto che mentisse quanto che non c'erano verità da dire.

- Harry aveva distrutto il suo talento evitando d i usarlo, tradendo se stesso e le cose in cui credeva, bevendo tanto da smussare l'acutezza delle sue percezioni, lo aveva distrutto con la pigrizia, con l'indolenza e con lo snobismo, con l'orgoglio e col pregiudizio, con le buone e con le cattive.

- Lei lo guardò con la sua faccia da "Spur" e "Town and Country", tanto conosciuta e tanto amata, solo un po' segnata dal bere.

- Che barba,- disse ad alta voce.
- Cosa caro?
- Tutto quello che si fa per troppo tempo.


LA FINE DI QUALCOSA
- L'amore non è divertente? - disse Marjorie.
- No, - disse Nick.


TRE GIORNI DI VENTO
Nick non disse nulla. L'euforia prodotta dall'alcol gli era passata e lo aveva lasciato solo.


IL RIVOLUZIONARIO
- Ma in Italia il movimento come va? - chiese.
- Malissimo - dissi.
- Ma andrà meglio, - disse lui. - Avete tutto, qui. È l'unico paese di cui tutti si sentono sicuri. Sarà il punto di partenza di ogni cosa.
Non dissi nulla


MONTI SOTTO LA NEVE
- Non c'è proprio niente come lo sci, eh? - disse Nick. (...)
- Uh, - disse George. - È troppo bello per parlarne.

- Il vino mi fa sempre questo effetto, disse.
- Che effetto ti fa? Brutto? - chiese Nick.
- No. Mi sento bene, ma strano.


IL MIO VECCHIO
- Quando il mio vecchio sorrideva, nessuno poteva trattenere il sorriso.

- Bisogna sopportare un mucchio di cose in questo mondo, Joe.

- Dopo Milano, Parigi era una città spaventosamente grande. A Milano si ha sempre l'impressione che tutti vadano in qualche (…) Parigi, invece, è tutta fatta su come una palla e nessuno la srotola mai.


CHE TI DICE LA PATRIA?
- Naturalmente, in così poco tempo, non avevamo la possibilità di capire come stavano le cose nel paese o tra la gente.


UN IDILLIO ALPINO
- Pensa, essere sotterrato in un giorno come questo, - dissi a Jhon.
- Non mi piacerebbe.
- Be', - dissi, - non tocca a noi.

- Non si dovrebbe fare mai niente per troppo tempo.


UNA GARA A INSEGUIMENTO
- Ma quando, a mezzogiorno, il signor Turner rientrò nella sua camera, William Campbell dormiva, e siccome il signor Turner era un uomo che sapeva quali erano le cose più preziose nella vita, non lo svegliò.


COME NON SARAI MAI
- Non parliamo di come sono io, - disse Nick. - È un argomento che conosco troppo bene per aver voglia di pensarci ancora.


UNA STORIA NATURALE DEI DEFUNTI
- Quasi tutti gli uomini muoiono come bestie, non come uomini.


PADRI E FIGLI
- Come tutti gli uomini che possiedono una facoltà superiore alle normali esigenze umane, suo padre era molto nervoso. Era anche sentimentale, e come la maggior parte dei sentimentali era insieme crudele e maltrattato. (…) Tutti i sentimentali vengono traditi, tante volte.


IL PRINCIPIO DELL'ICEBERG (intervista a Hemingway di G. Plimpton)
- Sebbene a prima vista sembri che nella stanza regni un disordine infernale, a uno sguardo più attento si capisce che chi la abita è abbastanza preciso ma non riesce a buttare via neanche uno spillo, specie se ha un valore affettivo.

- E quando mi fermo (dallo scrivere, ndr.) mi sento svuotato, ma allo stesso tempo anche carico, come quando ho fatto l'amore con qualcuno che amo.

- Ma una volta che lo scrivere è diventato il tuo peggior vizio e il piacere più grande, allora solo la morte può fermarti. In questo caso la sicurezza economica è un grande vantaggio perché elimina molte preoccupazioni, e le preoccupazioni distruggono le capacità creative.

- Ritenevo che l'immaginazione fosse il risultato di esperienze ereditate, ancestrali.

- Quando scrive si sente di essere influenzato da quel che sta leggendo?
- Non più, non da quando Joyce ha scritto l'Ulisse.

- Ho fatto il nome di alcuni pittori (nell'elenco dei predecessori da cui ha imparato di più, ndr.), almeno avevo cominciato, perché ho imparato a scrivere più da loro che dagli scrittori.

- Io leggo sempre.

- Si tratta di imparare a vedere, ascoltare, pensare, percepire e non percepire.

- Già è abbastanza difficile scrivere libri e racconti, non parliamo di doverli spiegare.

- Alcune volte la storia è chiara fin da subito. Altre si sviluppa via via che ci lavoro e all'inizio non ho la minima idea di quel che ne verrà fuori.; andando avanti cambia tutto.

- Certo. Se uno scrittore smette di osservare è finito. Ma non è che debba farlo consapevolmente, pensando che potrebbe servirgli. Forse all'inizio è diverso, ma col tempo, tutto quello che lo scrittore vede finisce nella grande riserva delle cose che ha osservato e che conosce.

2 commenti:

  1. io una volta ho iniziato "Per chi suona la campana" ed è l'unico libro che ho abbandonato a metà.
    Credo che ci riproverò, magari con "Il vecchio e il mare".

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    1. Ci sono frasi di una bellezza superlativa, ma nell'insieme mi ha lasciato piuttosto male, soprattutto per l'aura che si porta dietro. Bisogna riprovarci, comunque.
      Mi sa che in spiaggia tornerò al mio vecchio e caro Charles...

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