Come negli altri suoi libri la
grandissima Silvana De Mari mi ha trasportato in un mondo ricco e
complesso, dove le popolazioni in lotta hanno una complessità
sociale e culturale di uno spessore davvero notevole.
Le azioni dei personaggi sono sempre
giustificate dalla loro storia personale e mai campate per aria come
spesso accade nei romanzi fantasy.
Ho gioito e pianto. Mi sono
entusiasmato e arrabbiato. Ho imparato molto.
Grazie Silvana per questo meraviglioso
libro dove il genere Fantasy ha amioparere trovato nuova linfa vitale, assurgendo alla dignità della grande letteratura, perchè non appena si scosta il velo del racconto, le tue parole diventano insegnamenti di vita.
Al peggio non c'è mai fine (…). Se
potessi mettere in fila tutte le speranze che ho avuto e che sono
finite nel trogolo dei maiali una dopo l'altra, come sassetti su una
strada, arriverei fino al mare.
Anche al meglio non c'è mai fine (…).
Quando credi di aver visto tutto quello che potevi vedere, di avere
già avuto tutto quello che ti toccava, il sole sorge di nuovo, c'è
un'altra alba, e qualcosa di non ancora visto da guardare.
Nostro padre, poco prima di morire, ha
pensato che chi cammina sotto le ali della sofferenza o si corrompe o
diventa magnifico. Quindi ha cercato di consolarmi, temendo che nel
dolore io perdessi la mia compassione. Il dolore può diventare
ferocia, violenza inutile e compiaciuta (…). Ma dove c'è
consolazione, la sofferenza aumenta la nostra forza e ci allontana
dall'abisso.
Avere paura non è segno di
inferiorità. Non averla non è segno di superiorità
Be', certo, lo so (…) ai vostri tempi
c'era più rispetto e tutti stavano al loro posto. Ma sapete, i tempi
vanno a rotoli. È da che mondo è mondo che vanno a rotoli.
Arduin alzò le braccia.
<Ma come potete essere sicuri di
cose assurde?> chiese ancora.
<Non è facile, bisogna
allenarsi>spiegò Erbrow. <Con tenacia e convinzione,
altrimenti la logica ti distrae e perdi le intuizioni>.
La cera, essenziale per fare gli stampi
per la fusione, era per chi lavorava i metalli come la luce per un
pittore: pur non facendo parte della materia che avrebbe costituito
l'opera finale, la rendeva possibile.
Si chiese se era il caso di chiedere
aiuto agliDei. Poi pensò che chi chiedeva la loro dubbia protezione,
in un certo senso, dava per scontato che tutti quelli che erano
schiattati come cani, schiacciati come scarafaggi, sterminati come
topi, se l'erano meritats, che qualcosa in loro li aveva resi
ripugnanti, indegni del soccorso divino. Forse per questo la
religione delle madri diceva di non chiedere mai niente di pratico,
di tangibile, di vero.
Voi siete nostra madre e la Regina dei
vostri sudditi. M nessuno di noi è di vostra proprietà. Ognuno di
noi resta il padrone ultimo delle proprie scelte.
Probabilmente l'eroismo è solo una
questione di allenamento, un po' come spaccare la legna. Dopo la
trasformazione in eroe sarebbe stato ancora ridicolo, lo sapeva, il
ridicolo è come il colore degli occhi, non cambia mai. Però, come
il colore degli occhi, quando si diventa eroi, conta un po' meno.
Se sei in grado di lenire il dolore,
hai salito un gradino della scala che ti separadagli dei, sempre che
esistano.
<Vedi figliolo, noi ci siamo
incontrati> spiegò dolcemente Ferrain. <È un segno. Ogni cosa
succede per un motivo>.
Credo che chi ci ha creato lo abbia
fatto perché ci odiava e solo con la nostra sottomissione possiamo
sperare di placarlo>.
Anche Inskay, a dire il vero, aveva
qualche perplessità sulla teoria di un Dio onnipotente e buono che
crea popoli condannati a soffrire perché gli vuole tanto bene.
Una buona storia poteva curare un male
porco.
Anche le parole potevano cambiare la
materia; questo era il senso della magia.
Inskay aveva sempre pensato che se
esisteva un Dio che aveva creato il mondo, allora la materia era la
lingua con cui parlava al mondo, e se nessun Dio aveva creato il
mondo, allora voleva dire che la materia stessa era Dio.
Il mondo degli Uomini era pieno di
cantastorie: gente che andava in giro e in cambio di qualche monetina
creava un'altra realtà per lo spazio di una sera, così che ognuno
potesse uscire dalla propria.
È curioso come le cose non abbiano
importanza in sé, come conti solo il senso che noi diamo loro.
È il presente che colora il passato.
Solo un idiota e cialtrone poteva
credere a un Dio che fosse contemporaneamente onnipotente e buono. Un
po' stolido e un po' carogna gli sembrava una definizione più
credibile.
Non bisognava perdere speranza e
ostinazione, virtù cardinali di ogni possibile vittoria.
C'era qualcosa di sbagliato nel buttare
via il cibo, qualcosa di sbagliato contro gli Dei, la vita e i
viventi.
La amò perché era lei. Perché era
lei e basta.
Forse le persone, come i cani, si
trovano per l'odore. (…) un amore antico, assoluto e ricambiato.
Ci sono cose anche più sacre della
vita, come la dignità e la libertà. La morte non è così
terribile, è essere schiavi che è terribile. Se non lasciamo in
eredità ai nostri figli la stessa libertà che abbiamo ricevuto dai
nostri padri, saremo indegni.
Hanno combattuto per noi. E quando
combatti e versi sangue, sei un fratello. Un fratello decente.
Non è detto che ogni crepa diventi un
crollo, ma di certo ogni crollo nasce da una crepa.
Le madri giocano con i loro
bambini,sapete, ed è in questi giochi che il bambino impara il
coraggio: non il coraggio di morire, ma quello di vivere.
La Prima Volontà di Dio è che ognuno
dei suoi figli sia l'unico padrone del proprio corpo, della propria
mente e del proprio destino.
Come diceva mio nonno buonanima, non
c'è nessuno al mondo che non ha una buona qualità, anche mia nonna
per esempio era un'arpia ma i biscotti li faceva buoni.
Ogni cosa ha tanta forza quanto il suo
punto più fragile. Per un popolo è il contrario. Fino a che c'è
anche uno solo che combatte, non si è ancora battuti.
Qualcosa al mondo bisogna rischiare:
l'unico sistema certo per non farsi mai male è non nascere nemmeno.
La nostra forza non sta nel non cadere,
ma nel rialzarci.
Dovete comprendere che c'è una sola
ragione per cui vale la pena di pregare, ed è il ringraziamento.
Quello che succede nei primi anni di
vita non resta incastonato in una memoria che si possa raccontare, ma
dà colore al nostro essere. Se si è allegri e fiduciosi, se ci si
ritiene amabili o spregevoli, dipende dall'affetto che abbiamo avuto
quando eravamo una specie di bestiola, per usare le vostre parole.
Noi impariamo dai nostri genitori ad
amare noi stessi.
Come molti capi crudeli, era
fondamentalmente stupido.
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