Lo stile inimitabile del buon vecchio
Charles qui è quasi esasperato. La vita scorre dentro e intorno ad
Henry Chinasky, alter ego dell'autore, quasi che voglia farsi
raccontare da quello scrittore ubriaconee pazzo, di alcol e di donne.
Non ne ha mai abbastanza lui, ne
dell'uno né delle altre.
Ad un certo punto mi è venuta l'idea
di contare quanti alcolici avrebbe bevuto Hank prima della fine del
libro, ma ho perso il conto più o meno a metà. Troppi.
Troppe anche le donne, di diverse
provenienze, età, estrazione sociale e cultura. Scopate in diversi
modi e con diversi sentimenti. Mai amate fino in fondo, come se la
paura di lasciarsi andare ad un dio tanto tiranno lo tenesse legato
alla bottiglia, per prediligere in fondo un facile oblio piuttosto
che l'impegno di una relazione duratura con un altra persona. Non
ritenetemi moralista però. Solo ho notato che dopo ogni amplesso
Chinasky “rotola di fianco”, piuttosto chessò di adagiarsi ed
abbracciare. Niente dormite a cucchiaio ma sonni etilici post
amplesso. Mi spiace per il buon vecchio Charles, ma a noi è arrivata
la sua opera...