giovedì 23 giugno 2016

Paradiso perduto - John Milton

Affrontare la poetica di Milton senza alcuna preparazione è stata un’impresa superiore alle mie capacità. Per ciò non posso che esprimere un parere del tutto personale, legato ai miei gusti. Al mio sentire.
Non ho apprezzato quest’opera perché più che altro ho sentito troppo forte il gusto di un’apologia delle decisioni divine, del tutto contraria al mio modo di pensare. Ho opinioni del tutto opposte a quelle espresse da Milton. Soprattutto non posso credere all’onnipotenza e all’onniscienza di Dio che, poveretto, c’ha messo tutto l’impegno di cui era capace, ma questa Creazione lascia parecchio a desiderare.

L’unico personaggio che ho sentito vicino è stato Lucifero, che si è ribellato all’ordine stabilito dall’Alto. Lui e i suoi alleati hanno voluto proporre un ordine alternativo, e per questo sono stati puniti. Si ripropone la logica religiosa del ricatto: o fai quello che dico o sarai dannato. Un’ottica che è comune a quasi tutte le religioni, Altro che libero arbitrio. Certo, Dio ci permette di scegliere, ma ci punisce se non scegliamo ciò che lui ha previsto. Bella scelta!



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Citazioni:

Ma il destino altra pena doveva riservargli; il pensiero
Della felicità perduta

Meglio regnare all’inferno che servire in cielo

Costoro e molti altri vennero affollandosi;
ma con gli occhi abbassati, gli sguardi avviliti, e tuttavia
traspare in loro un oscuro barlume di gioia intuendo
il loro Capo sopraffatto da disperazione, e se stessi
nella sconfitta ancora non sconfitti

Per noi
il lavoro migliore che resta è ottenere
per frode o per astuzia, in concorde disegno,
lo scopo che la forza non potè raggiungere; in modo
che finalmente si possa fargli intendere
almeno questo: che chi ha prevalso sul proprio nemico
soltanto con la forza, lo ha vinto soltanto a metà.

... che cosa
può esservi di peggio che dimorare qui allontanati
dalla felicità... ?

Di questo trono, oh Pari, e di questa imperiale
sovranità adornata di splendore, armata di potenza,
io non potrei considerarmi degno se quanto consiglio
e giudico di pubblico vantaggio dovesse trattenermi
dall’affrontarlo solo perché l’impresa si presenta
difficile o rischiosa.


Una ferma concordia trattiene
il demone col demone dannato, e solamente gli uomini
fra le creature razionali rimangono discordi, malgrado
vi sia per loro speranza di grazia celeste; e sebbene
Dio proclami la pace, vivono in odio, inimicizia e lotta,
e scatenano guerre crudeli devastando la terra e a vicenda
sono pronti a distruggersi: come se l’uomo non avesse attorno
(il che potrebbe spingere all’accordo) diabolici nemici
che giorno e notte attendono la sua distruzione.

... lamentano
la scelta del destino, che volle assoggettare per forza o per caso
la libera virtù.

Felice che il suo mare
avesse infine una spiaggia.

Così parlò quel falso ingannatore, e non venne scoperto;
poiché né l’uomo né l’angelo possono intendere
l’ipocrisia, il solo male che passa invisibile a tutti.

Così parlò il Nemico, e con quel senso di necessità
che è sempre l’argomento del tiranno, tentava di trovare
una scusa ai suoi gesti diabolici.

La felicità è lasciata al suo valore libero.

“Figlio del cielo e della terra, ascolta: che tu sia felice
lo devi a Dio; che continui così lo dovrai a te stesso, (…)
Dio ti fece perfetto, non immutabile; ti fece buono,
ma lasciò in tuo potere la perseveranza, ordinando
la tua volontà libera per natura, non soggetta a un fato
inestricabile, o a una necessità rigorosa. Egli ci chiede
rispetto volontario, e non dovuto alla necessità
che sarebbe per lui inaccettabile.

… tu con le tue parole più forte di loro con le armi;

la forza disgiunta dal vero e dal giusto
non merita lode, soltanto disprezzo e vergogna.

…presumevano
che con le loro invenzioni sarebbe stato facile uguagliare
il Potere Divino.

… Egli ha lasciato
la fabbrica del cielo a quelle dispute, forse
per poter ridere, in seguito, di quelle loro opinioni
così improbabili e strane.

L’amore porta al cielo, è la via e la guida allo stesso tempo.

… bada che la passione
non devii il tuo giudizio a commettere azioni che la tua
libera volontà non sarebbe disposta ad ammettere.

Dipende dal tuo libero arbitrio resistere o cadere.

I sorrisi procedono
dalla ragione, negati agli esseri bruti,
e sono infatti il cibo dell’amore, l’amore che non è
certo il fine più basso della vita umana.

Morte, conquistatore di tutte le cose esistenti.

Ti avevo chiesto io, mio Creatore,
di modellarmi dal fango in forma d’uomo, ti ho mai sollecitato
a trarmi dalle tenebre, o a collocarmi in questo
delizioso giardino?

Ma se il Signore è infinito
in ogni cosa, lo è anche nell’ira? (…)
E Dio come potrà esercitare sull’uomo la sua
ira infinita, se l’uomo, per la morte, ha da finire?

Così a voce alta
si lamentava Adamo con se stesso, nella notte muta,
ora non più serena o fresca o tenera, come
prima della caduta, ma densa d’aria nera e di tetraggini
umide e spaventevoli.

… per non parlare
di quello che accadrà: sulla terra disturbi innumerevoli
a causa degli inganni femminili, connessi strettamente
con questo sesso.

Come è miserabile essere causa di miseria per gli altri.

Non amare la vita, ma non odiarla nemmeno;
vivi nel modo migliore il tempo che hai da vivere,
e lascia al Cielo che sia lungo o breve.

Ma vedo che il tenore dei mali dell’uomo rimane lo stesso,
poiché comincia sempre dalla donna.

Quando nell’uomo
la ragione è oscurata o non viene obbedita, immediatamente
disordinati desideri e volgari passioni assumono il governo
della ragione, e riducono l’uomo che era stato libero
a esserne schiavo.

Colui che viene come tuo Salvatore
non curerà le tua ferita distruggendo Satana,
ma le sue opere in te e nel tuo seme.

Avendo appreso questo, hai raggiunto la somma
di tutta la saggezza (…)
aggiungi solo azioni che corrispondano alla tua sapienza,
aggiungi fede e virtù, pazienza e temperanza, aggiungi amore,
che sarà poi chiamato carità, che è l’anima di tutto.

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